mercoledì 1 dicembre 2010

Internet un Diritto Costituzionale in Italia? Firma la Petizione di Wired Italia






Far diventare Internet un diritto costituzionale.

Questa la proposta lanciata ieri da Wired Italia e dal giurista Stefano Rodotà durante la prima giornata dell’ Internet Governance Forum.

L’Articolo 21-bis, che amplia l’articolo 21 sulla libertà di stampa, redatto dal giurista ( qui è possibile firmare la petizione per sostenere l’iniziativa) recita:
“ Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale“.
Le 27 parole che avete appena letto sono state scritte dal costituzionalista Stefano Rodotà, e lette solennemente il 29 novembre 2010 all’Internet Governance Forum di Roma. Noi auspichiamo che aprano una discussione vera sul senso profondo della Rete e che, con i miglioramenti che il dibattito porterà, entrino presto nella Costituzione italiana.

Wired.it ha sondato il parere dei politici italiani in merito.
Alcune dichiarazioni:
“ Sono d’accordo con quanto proposto da Rodotà e Wired. Internet è uno strumento di istruzione, cultura e conoscenza e, in quanto tale, è già presente implicitamente nella Costituzione italiana. Renderlo un diritto vorrà dire confrontarsi con problemi di gerarchia rispetto ad altri diritti, come quello di ricevere acqua pubblica, che in alcune parti d’Italia non sono assicurati“, ha dichiarato Linda Lanzillotta, esponente di Alleanza per l’Italia.

Secondo Paolo Gentiloni, portavoce del Partito democratico, è “ una proposta azzeccata e giusta. Come tutte le norme presenti nella prima parte della Costituzione richiederà politiche impegnative per fare sì che venga attuata. Tutti i cittadini dovranno essere raggiunti dalla Rete, obiettivo che impone il superamento di ostacoli economici e sociali. È un nuovo diritto che dovrà coincidere con una nuova politica“.

Un parere contrario arriva direttamente dall’Internet Governance Forum, durante la sessione dedicata proprio alla politica. Si tratta del senatore Pdl Lucio Malan, che afferma: “ Internet è solo un nuovo modo di comunicare. Non c’è bisogno di un nuovo articolo 21, visto che l’attuale già comprende Rete e social network“.
Sempre in seno alla maggioranza, il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta non è stato raggiungibile per un commento. Nelle prossime ore attendiamo gli interventi di altri esponenti della politica nostrana.
“ Sono d’accordo con la proposta – ha dichiarato a Wired.it Luca Barbareschi di Futuro e Libertà -. È giusto che Internet venga riconosciuto costituzionalmente come un diritto di tutti i cittadini. Dal riconoscere la Rete come diritto a mettere tutti in condizione di connettersi, però, il passo non è immediato: sono necessari interventi e prese di posizione“.
Nel dibattito è intervenuto anche il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: “ L’appello di Stefano Rodotà, per far diventare l’accesso alla rete un diritto costituzionale è interessantissima e va sostenuta

Appoggiamo in pieno questa iniziativa e vi invitiamo a fare lo stesso firmando la petizione.

Fonte: Wired articolo cc.

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